Come fare SEO On-Page: Guida Completa
Come fare SEO On-Page: Guida Completa
Indice dei contenuti

Questa guida ti spiega come fare SEO on-page: qui capirai come ottimizzare al meglio i tuoi contenuti per aiutare i motori di ricerca a comprenderne perfettamente il contesto e posizionarli più in alto nella pagina dei risultati.
In particolare ci concentreremo su:
- URL
- Tag Title
- Meta Titoli e Meta Descrizione
- Corpo del testo
- Immagini
- Video
- Link
Di seguito andremo a sviluppare uno per uno questi macro argomenti. Cominciamo prima però dalla definizione di SEO on-page…
Cosa è la SEO on-page?
La SEO on-page è l’insieme di tutte quelle ottimizzazioni relative agli elementi di una pagina web: dall’URL al tag title, dal corpo del testo alle immagini, dai metadati ai link, ogni aspetto deve essere ben ottimizzato per ottenere un buon posizionamento sui motori di ricerca.
Come fare SEO on-page?
Entriamo subito nell’aspetto più pratico e vediamo insieme come fare SEO on-page, dunque quali sono i singoli elementi di una pagina web sui quali dobbiamo lavorare affinchè sia possibile migliorare il posizionamento sui risultati di ricerca.
URL
L’URL (Uniform Resource Locator) è un riferimento alfanumerico che serve a individuare in maniera univoca l’indirizzo di una pagina web. Google tiene l’URL in grande considerazione al fine di riuscire a determinare il topic (ovvero l’argomento specifico) di una pagina e quindi questo deve necessariamente essere ben ottimizzato, secondo le indicazioni che seguono:
Includi la tua key primaria nell’url
L’url aiuta Google a comprendere l’argomento su cui verte uno specifico contenuto. Per questo motivo dovresti sempre inserire nell’url la key per la quale desideri posizionare quella specifica pagina web.
Crea URL brevi e “parlanti”
Fai in modo che la tua URL sia il più breve possibile. Elimina dunque articoli, preposizioni, congiunzioni e parole generiche o dal significato troppo vago. Dunque l’URL di ogni tuo contenuto dovrebbe essere “parlante” (cioè fatto da parole che lasciano già intuire quale sarà il contenuto della pagina) e non dovrebbe presentare parametri e/o ID. Esempio:
www.sito.it/seo-onpage
www.sito.it/seo-onpage-guida-in-italiano
www.sito.it/pagina.php?id=6&q=18
Tag Title
Inserisci la tua keyword primaria nella parte iniziale del Tag Title
Così come l’URL, Google dà molto peso al Tag Title per determinare il topic di una pagina web e di conseguenza il suo posizionamento in SERP.
Quel che è importante ricordare è che la keyword per la quale vuoi posizionarti andrebbe inserita all’inizio del Tag Title per avere maggior “peso”. Né al centro né alla fine dunque, ma esattamente all’inizio del Tag Title. Esempio:
SEO On Page in italiano
Scarica gratis la guida sulla SEO On Page
Puoi approfondire in merito leggendo la guida che spiega dove inserire le keyword in una pagina web.
Sfrutta le parentesi nel Tag Title
Le parentesi sono in grado di enfatizzare il tuo Tag Title nei risultati di ricerca e dunque di aumentare il traffico ed il CTR (Click Through Rate), per questo
fai bene a sfruttarle quando possibile. Esempio:
SEO On Page Guida Definitiva [In Italiano]
SEO On Page 2021 [Guida Definitiva]
Aggiungi parole attraenti nel titolo del contenuto
Aggiungere al titolo del tuo contenuto parole quali “Il migliore”, “Guida definitiva”, “Guida in italiano”, possono concretamente aiutarti ad ottenere più traffico organico e migliorare notevolmente il CTR (la percentuale di clic ricevuti in base al numero di visualizzazioni in SERP).
Il titolo sui risultati di ricerca è infatti la prima cosa che gli utenti vedono, ed in base a questo decidono se cliccare o meno, ragion per cui devi sempre pensare a titoli descrittivi del contenuto (mai deludere chi legge o promettere ciò che il contenuto non offre!) e al tempo stesso in grado di generare interesse e curiosità in
chi legge.
Al contrario, titoli poco attraenti possono indurre l’utente ad andare avanti e cliccare su un altro risultato di ricerca. Esempio:
SEO On Page 2021 | Guida definitiva
SEO On Page con esempi pratici
SEO Checklist scaricare adesso in italiano
Meta Title e Meta Descrizioni
Ottimizza il Meta Title
Il Meta Title è una piccola porzione di codice che indica ai motori di ricerca quale sia il titolo di una pagina, e viene mostrato nella pagina dei risultati di ricerca (SERP) assieme alla Meta Descrizione.
Aggiungine sempre uno (se non lo fai saranno direttamente i motori di ricerca a decidere quale Meta Title mostrare per quella determinata pagina) e ricorda di inserire qui la key per la quale vuoi posizionarti, all’inizio della frase, creando un Meta Title che incuriosisca chi legge.
Per quel che riguarda la lunghezza ottimale, considera che questa non si misura in caratteri (come molti erroneamente credono) ma in pixel. Quindi non esiste un limite di 60 caratteri entro il quale mantenersi, come spesso avrai sentito dire, bensì di 600 pixel.
Tutto quello che eccede i 600 pixel viene troncato e non visualizzato dagli utenti, ed il numero di caratteri che può essere contenuto all’interno dei 600 pixel è variabile perché chiaramente i caratteri hanno differente larghezza (una “i” occupa meno spazio di una “o”).

Ottimizza la Meta Descrizione
La meta descrizione è un attributo HTML che contiene delle informazioni che vanno a supporto del Meta Title, e che viene mostrata subito dopo di esso in SERP.
Questo testo è di fondamentale importanza per la SEO di ogni pagina che pubblichi. Esso infatti, consente di comunicare al lettore qual è l’argomento trattato all’interno
della risorsa web in questione, e dunque è in grado di influire in maniera decisiva sull’indurre o meno l’utente a cliccare ed accedere al sito. Molti credono che inserire la keyword per la quale vuoi posizionarti anche nella meta descrizione sia utile ai fini SEO. In realtà non lo è, almeno direttamente.

Google non ne tiene infatti conto, però consiglio sempre di inserirla per il semplice fatto che il motore di ricerca va ad evidenziare in grassetto quella key se l’utente la digita quando effettua la sua ricerca, e dunque il tuo snippet andrebbe ad avere maggiore risalto rispetto gli altri presenti in SERP, aumentando le possibilità che questo venga cliccato dagli utenti.
Per quel che riguarda la lunghezza della meta descrizione, il riferimento è di 920 pixel nella versione desktop (circa 160 caratteri) e 680 pixel per la versione mobile (circa 120 caratteri).
Se utilizzi un plugin per la SEO come Yoast SEO, puoi comodamente modificare il Meta Titolo e la Meta Descrizione di ogni tuo contenuto tramite il box di Yoast che trovi nella parte bassa della pagina, come da immagine che segue:

Se non sei a tuo agio nell’utilizzarlo, ti suggerisco di leggere la guida che spiega come configurare Yoast SEO e sfruttarlo al meglio.
Concentrati sulla leggibilità
A nessuno piace aprire una pagina web e trovarsi di fronte ad un “muro” di sole parole, senza nulla che “spezzi” e dia punti di riferimento. Ai motori di ricerca infatti, così come agli utenti, piacciono i contenuti che sono facili da leggere e comprendere.
Rivedi dunque ogni volta i tuoi contenuti prima di pubblicarli, e accertati di avere adottato ogni tipo di formattazione che semplifichi l’individuazione delle informazioni e la lettura. Considera allora per questo che dovresti sempre suddividere i contenuti in paragrafi, organizzandoli in maniera gerarchica con i Tag Headers (H1, H2, H3, etc).
(inserisci immagine)
Inserisci inoltre più immagini (quando lo ritieni utile), elenchi puntati o numerati, citazioni, video (integrali ad esempio da Youtube, non caricarli direttamente sulla tua pagina!), animazioni, infografiche, il grassetto per evidenziare le frasi e le parole più importanti.
Parliamo insomma di tutto quel che ritieni utile per non rendere monotono il testo, ma al contrario semplificarne la lettura. Ricorda di evitare di creare mai paragrafi lunghi più di 4 righe, sia perché iniziano a diventare troppo lunghi da leggere, sia perché da mobile un paragrafo così lungo occuperebbe l’intero display.
Guarda nell’esempio che segue la differenza tra un testo monotono e privo di creatività (a sinistra) , e uno facile da leggere, che non annoia l’utente (a destra):

È facile prevedere che il sito che presenta contenuti strutturati come a sinistra nell’esempio avrà una frequenza di rimbalzo molto alta e tempi di permanenza bassi, il che rappresenta un pessimo segnale per Google.
Usa frasi e paragrafi brevi
Gli utenti tendono a perdere attenzione e concentrazione quando leggono frasi troppo lunghe.
Evita per questo di annoiarli e rendergli complicata la lettura del contenuto: crea frasi e paragrafi brevi (max 4 righe), usa parole semplici, elimina tutte quelle parole che
allungano inutilmente il testo senza apportare alcun effettivo valore o significato aggiuntivo.
Inserisci elenchi puntati e numerati ogni volta che puoi
Google ama gli elenchi, siano essi puntati o numerati, perché rendono il contenuto più ordinato e facile da assimilare per gli utenti.
Spesso inoltre, il motore di ricerca mostra gli elenchi all’interno dello “snippet in primo piano” sui risultati di ricerca, il che conferisce massima visibilità al tuo contenuto e alte possibilità che l’utente decida di cliccare e accedere al sito.
Rivedi e correggi i tuoi contenuti
Prima di pubblicare qualsiasi post, fai un controllo per verificare la presenza di eventuali errori di sintassi, grammatica e/o ortografici. Questo tipo di verifica finale ti aiuterà
notevolmente ad aumentare la qualità dei contenuti che pubblichi, nonché la leggibilità e dunque la User Experience. Anche piccoli controlli di questo tipo possono essere in grado di fare la differenza.
Verifica che la versione mobile della pagina funzioni bene
Uno degli errori che si commette più di frequente, è quello di pubblicare un contenuto senza andare a verificarne l’usabilità da mobile.
Non è raro che vi siano contenuti che appaiono perfetti da desktop ma difficili da leggere da mobile, vuoi per paragrafi troppo lunghi e difficili da leggere che per problemini tecnici quali immagini sfalsate, pop-up che non si chiudono facilmente o testi con un carattere troppo piccolo.
Meglio dunque fare un controllo di questo tipo ogni volta che pubblichi un nuovo contenuto. È importante inoltre fare anche un check con lo strumento Test di Ottimizzazione Mobile di Google per verificare la presenza di altri problemi di natura tecnica legati alla versione mobile del tuo contenuto e della pagina in generale.
Usa un H1 per ogni pagina ed inserisci la keyword primaria all’inizio
Google ha di recente confermato che non è un problema inserire anche più di un H1 per pagina. Io ad ogni modo consiglio di inserirne ugualmente uno soltanto così da mettere bene in chiaro quale sia il topic di quella pagina e soprattutto quale sia la key che stiamo cercando di “spingere”.
Consiglio per questo di inserire la key per la quale vuoi posizionarti all’interno dell’H1, all’inizio e non alla fine. Esempio:
SEO On Page Guida Aggiornata 2021
Scarica adesso la guida per la SEO On Page
Corpo del testo
Usa la keyword primaria anche nel primo e nell’ultimo paragrafo del tuo contenuto
Per mostrare ai motori di ricerca che il tuo contenuto è strettamente legato a quel determinato argomento, inserisci la key per la quale vuoi posizionarti nei punti strategici.
Google dà maggior peso alle 150-200 parole che presenta il primo paragrafo del tuo contenuto, per cui fai in modo che qui sia presente la key per la quale vuoi posizionarti.
Inlcudi la key anche nel paragrafo finale per rafforzarne la rilevanza all’interno del contenuto, oltre che nel corpo del testo. Ciò aiuterà i motori di ricerca a comprendere in
maniera chiara che quella determinata key è di primaria importanza all’interno del testo che hai prodotto.
Includi la tua key primaria nei Tag Headers
Assicurati di inserire sempre la key per la quale vuoi posizionarti, e/o le sue varianti, all’interno dei Tag Headers (H1, H2, H3, etc.).
Essi servono ad organizzare il testo presente in una pagina e rendere più facile individuare la porzione di testo di proprio interesse, e Google presta attenzione alle parole che contengono al fine di determinare il topic di quella pagina web.
Il Tag con maggior rilevanza è <H1>, e qui è bene inserire la key primaria. Gli altri hanno meno importanza man mano che si arriva ad <H6>. È sufficiente inserire la key primaria (o le sue varianti) in uno o due sottotitoli, in maniera sensata e in modo che la lettura non risulti robotica o forzata.
Per creare i tag H1, H2, H3, etc., all’interno del contenuto, nel blocco di WordPress è sufficiente selezionare “Titolo” dal menù “Cambia tipo o stile del blocco”, come nell’immagine che segue:

Alcuni temi WordPress creano automaticamente un H1 uguale al titolo della pagina.
Usa sinonimi e correlate
Fino a 10 anni fa circa, per posizionare una pagina web per una determinata keyword era possibile riportarla all’infinito all’interno del testo, anche rendendo la lettura artificiale e fastidiosa.
Oggi fortunatamente non è più così, e Google tiene dunque in considerazione anche il contesto semantico di una keyword al fine di determinarne la rilevanza all’interno di un testo.
Assumono per questo maggiore importanza i sinonimi e le parole correlate della keyword per la quale desideriamo posizionarci, che possono essere inserite in maniera naturale nel nostro contenuto e che consentono a Google di comprendere con esattezza quale sia il topic di una pagina.
Individuate le key correlate a quella per la quale vuoi posizionarti, inseriscile almeno una volta ciascuna all’interno del testo senza forzare, ma facendo in modo da incorporarle in maniera naturale mantenendo sempre una scrittura scorrevole e piacevole da leggere.
Inserisci nel testo tutte le possibili variabili della key primaria
Sebbene possa sembrare strano, le pagine che puoi trovare in cima alle SERP si posizionano per centinaia di altre keyword oltre che per quella principale.
È Google stesso a stabilire per quali e quante altre keyword il tuo contenuto meriti di essere posizionato, e per questo motivo buona parte del traffico potrebbe venire da key diverse rispetto quella primaria, come ad esempio le sue variabili (soprattutto long tail).
Assicurati per questo di inserire tutte le variabili della key per la quale vuoi posizionarti. Per individuarle puoi usare strumenti come il Keyword Planner, SEOZoom, SEMrush, Ubersuggest, le ricerche correlate di Google (in fondo alla SERP) e Answer The Public.
Implementa il markup di schema.org per aumentare la visibilità in SERP
Il markup di schema.org aiuta i motori di ricerca a comprendere meglio il contenuto di una pagina, ma ti consente anche avere un forte impatto sul modo in cui questa viene visualizzata in SERP.
Esistono tanti elementi che i markup di schema.org possono implementare, e tra questi quelli relativi a recensioni, ricette, prodotti, persone, articoli, eventi, attività locali. Per inserire il Markup Schema nel tuo sito puoi utilizzare un plugin come All In One Schema Rich Snippets.
Scrivi un intro efficace ed in grado di “incollare” l’utente sulla tua pagina
Le primissime righe di un contenuto sono fondamentali, in quanto l’utente le utilizza inconsciamente per decidere se quella pagina web meriti di essere letta fino in fondo o meno.
Fai “flop” nelle primissime righe e ti ritroverai con una frequenza di rimbalzo molto elevata!
Per evitare questo cerca di essere chiaro e sincero con il lettore sin dal primo rigo: prometti di fornirgli l’informazione o la soluzione di cui ha bisogno, cerca di essere empatico, evita di scrivere paragrafi e paragrafi inutili prima di arrivare al succo del discorso.
Crea il miglior contenuto in assoluto su quel determinato argomento
Sforzati di riuscire a creare il miglior contenuto in assoluto. Leggi che tipo di contenuto hanno creato per quell’argomento i tuoi competitor, aggiungi altre informazioni oltre quelle che loro offrono già, cerca di dare di più.
Fai in modo che il tuo post possa fornire dettagli su tutte le possibili sfaccettature di quel determinato argomento, strutturalo in maniera da creare un unico contenuto in grado di rispondere ad ogni domanda e risolvere ogni dubbio.
Il tuo obiettivo è fare in modo che l’utente non abbia più bisogno di proseguire la sua ricerca.
Conquista il risultato ZERO
Il risultato ZERO (detto anche “Featured Snippet”) è quel risultato di ricerca che viene mostrato da Google in cima alla SERP all’interno di un box particolarmente evidente ed in grado di catturare l’attenzione, e che solitamente presenta anche una immagine ad accompagnare il testo.
In particolar modo nel risultato ZERO viene mostrata quella porzione di testo che secondo Google è perfettamente in grado di rispondere alla domanda posta dell’utente.
Riuscire a conquistare il risultato zero significa avere una posizione predominante su quella specifica query, e l’elevata possibilità che gli utenti decidano di accedere al sito per leggere il resto delle informazioni presenti. Più traffico dunque, e migliore percezione del tuo brand.
Ecco di seguito un esempio di risultato zero:

Per conquistare questo tipo di risultato, ho verificato nel tempo che è particolarmente efficace riuscire ad individuare quale sia la domanda che più spesso si pone l’utente circa quel determinato argomento, e creare nel tuo contenuto un piccolo paragrafo che contenga esattamente la risposta a quella domanda, senza aggiungere alcun altro tipo di informazione se non negli altri paragrafi.
Nulla è meglio del conquistare il risultato ZERO su Google per dare massima visibilità al tuo contenuto e fare in modo che diventi la prima scelta per chiunque effettui quella specifica ricerca.
Assicurati di non aver già scritto un altro contenuto ottimizzato per la stessa key.
Non devi mai ottimizzare due differenti pagine web per una stessa parola chiave, il rischio è quello di una cannibalizzazione per la quale Google potrebbe escludere entrambe le pagine dalle prime posizioni, non riuscendo a determinare quale delle due sia più autorevole.
Meglio invece creare un unico contenuto in grado di fornire informazioni e soluzioni davvero a 360 gradi su quel determinato argomento.
Scrivi contenuti lunghi ed esaurienti
Con questo non voglio dirti che ogni nuovo contenuto che pubblichi debba necessariamente essere un post lunghissimo, anzi è normalissimo che un sito presenti contenuti lunghi, lunghissimi
ed altri brevi in base all’argomento di volta in volta affrontato.
Ad ogni modo, personalmente ritengo che i contenuti in grado di posizionarsi bene siano quelli lunghi dalle 1000 parole in poi.
Non perché 1000 (o 900, oppure 800…) sia un numero magico, ma perché lo ritengo il minimo necessario per poter parlare in maniera approfondita di un determinato argomento e avere maggiori possibilità di posizionarsi in alto in SERP.
Produci contenuti originali e di qualità
Sforzati di produrre contenuti originali: i motori di ricerca impiegano davvero poco ad individuare contenuti copiati o tradotti da altre lingue, e la conseguenza è una penalizzazione che porterebbe il tuo contenuto a sparire dalle SERP ed il tuo sito a perdere autorevolezza agli occhi di Google & co.
Concentra tutti i tuoi sforzi sugli utenti cui sono destinati i contenuti che produci, ed offri a loro la massima qualità.
Crea categorie pertinenti
Le categorie consentono di organizzare meglio la struttura dei contenuti e aiutano i motori di ricerca a “leggere” meglio il tuo sito.
Crea dunque le categorie più appropriate alla tipologia di contenuti che pubblichi, ricordando che le categorie sono gerarchiche e puoi per questo sempre creare delle sottocategorie.
Ad esempio, se il tuo è un blog di cucina, una struttura corretta sarebbe quella che prevede la creazione di una categoria riservata agli antipasti, una ai primi, una ai secondi piatti e una ai dolci.
A sua volta la categoria “Antipasti” può contenere la sottocategoria “Antipasti di mare“, “Antipasti a base di carne“, “Antipasti di verdure“, etc.
Grazie a delle categorie ben organizzate dunque, anche l’esperienza utente sarà migliore dato che reperire le pagine e le informazioni di proprio interesse sarà più veloce.
Fai un corretto utilizzo dei tag
Fino a qualche anno fa, inserire decine di tag in un singolo articolo poteva avere effetti positivi sul posizionamento. Oggi questa tecnica non solo non ha più effetti, ma è deleteria per il tuo blog in quanto i tag, se utilizzati male, creano decine di pagine prive di valore e dai contenuti duplicati, che vanno a diminuire la qualità generale del sito.
Vediamo allora di fare chiarezza: i tag sono delle etichette che contraddistinguono quei contenuti che hanno qualcosa in comune tra loro, dunque è sbagliato associare decine di tag ad ogni singolo contenuto che pubblichi.
Torniamo per un attimo all’esempio del blog di cucina: supponi di aver creato il contenuto “crocchette senza glutine” nella categoria “antipasti“, il contenuto “tortellini senza glutine” nella categoria “primi” ed il contenuto “torta sacher senza glutine” nella categoria “dolci”.
In questo caso, è corretto associare ai 3 contenuti il tag “ricette per celiaci“, così da aiutare chi ha una intolleranza al glutine a trovare velocemente tutte le ricette senza glutine comodamente raggruppate tra loro, seppur appartenenti a categorie differenti, grazie al tag che avrai inserito.
Proprio per questo motivo si dice che i tag organizzino i contenuti di un sito in maniera trasversale, a differenza delle categorie che li organizzano verticalmente. Fanne buon uso dunque!
Aggiungi i bottoni social
Un contenuto diventa ancora più popolare quando è ben ottimizzato per i motori di ricerca e consente facilmente di fare anche delle condivisioni sui social. Includi per questo nel tuo contenuto dei bottoni per le condivisioni sui social.
Se adoperi un plugin per implementare i bottoni social, fai sempre un confronto del “prima e dopo” per quanto riguarda i tempi di caricamento: spesso infatti, il codice che sta dietro questi bottoni è in grado di rallentare notevolmente il caricamento della pagina.
Provane per questo più di uno fino ad ottenere dei risultati soddisfacenti.
Aumenta i tempi di permanenza
Google tiene conto anche dei tempi di permanenza per determinare l’autorevolezza e quindi il ranking di una pagina web, e hai a disposizione diversi modi per lavorarci su e fare in modo che gli utenti rimangano il più a lungo possibile all’interno del tuo sito.
Sicuramente un’ottima idea è quella di inserire un video all’interno del contenuto (preferibilmente “embeddandolo”, per evitare di rallentare il caricamento della pagina).
Un’altra buona idea è quella di suggerire all’utente post correlati durante la lettura, così da fare in modo che questi legga anche altri contenuti prima di uscire dal sito.
Per far si che gli utenti ritengano piacevole continuare la lettura devi ovviamente fare in modo che la velocità di caricamento sia davvero eccezionale, e che offra dunque a tutti la possibilità di poter accedere velocemente ad ogni contenuto, sezione o categoria. Qui ad ogni modo puoi capire come verificare la velocità di caricamento di una pagina web.
Migliora inoltre l’usabilità mostrando sempre il menù (non nasconderlo anche nella versione desktop!) e tutti quegli elementi che consentono di muoversi facilmente all’interno del sito (ad es. i pulsanti “scroll up/down” o i salti di pagina ) ed individuare velocemente ciò di cui si ha bisogno.
Scrivi con l’obiettivo di soddisfare l’intento di ricerca
I recenti aggiornamenti all’algoritmo di Google hanno dato sempre più importanza alle intenzioni di ricerca degli utenti.
Quando scrivi un nuovo contenuto quindi, devi sempre tenere a mente qual è l’intento di ricerca che intendi soddisfare: infatti, anche se tu scrivessi il post migliore al mondo senza però che questo sia realmente in grado di risolvere i problemi di qualcuno o fornire informazioni di cui gli utenti hanno veramente bisogno, difficilmente si posizionerà in prima pagina.
Chiediti dunque di cosa possa veramente avere bisogno chi leggerà il contenuto che stai per pubblicare, e fai in modo da rispondere a tutte le sue possibili domande in merito.
Migliora la User Experience
La User Experience è probabilmente la SEO del futuro, ed oggi è già un fattore importantissimo ai fini del posizionamento.
Migliore è l’esperienza di navigazione che siamo in grado di offrire agli utenti, a parità di qualità del contenuto, migliore sarà di conseguenza il posizionamento organico.
Google tiene in considerazione diversi “segnali” che gli consentono di capire se un sito offra una buona User Experience o meno.
Tra questi il tempo di permanenza sul sito, menzioni e condivisioni che il contenuto è in grado di generare sui social, interazioni con chat e bottoni, frequenza di rimbalzo (la percentuale di visitatori che visitano soltanto la pagina del sito web sulla quale sono atterrati ed abbandonano il sito senza visitarne altre) ed il CTR (Click Through Rate, ovvero la percentuale di clic in base al numero di volte in cui quella pagina è comparsa sui risultati di ricerca).
Ottimizzare alla perfezione i contenuti che pubblichi servirà dunque a poco se la User Experience che offri agli utenti è scadente, ragion per cui questo importante fattore va sempre tenuto in considerazione ogni qualvolta si apporta una modifica al sito.
Inserisci l’indice dei contenuti
L’indice dei contenuti è un elenco ordinato di quelli che sono i paragrafi che un contenuto presenta.
La presenza di un indice migliora notevolmente la User EXperience, soprattutto quando il contenuto è particolarmente lungo, in quanto consente a chi legge di cliccare sulla voce dell’indice di proprio interesse e fare un salto di pagina raggiungendo direttamente la sezione del testo in cui è contenuta l’informazione o la risorsa di proprio interesse.
Il plugin Easy Table of Contents fa egregiamente questo tipo di lavoro.
Scegli un font chiaro e ben leggibile
Può sembrar strano, ma usare un font inadatto può rappresentare uno dei motivi per i quali un sito non decolla, così come un colore di sfondo che stanca gli occhi.
Un carattere troppo decorativo o calligrafico può infatti stancare presto chi legge ed indurlo ad abbandonare la lettura, così come un carattere troppo piccolo (soprattutto per chi naviga da mobile) può rendere veramente difficile la lettura e stancare presto gli occhi.
Scegli per questo un carattere semplice e facile da riconoscere, con una dimensione che consenta di leggere facilmente fino a 50cm di distanza dal monitor o display.
Assicurati che i motori di ricerca possano scansionare l’intero sito
Posizionarti (in prima, seconda o decima pagina), sarà impossibile se gli spider dei motori di ricerca non riescono ad accedere al tuo sito.
Verifica per questo che all’interno del tuo file robots.txt non vi sia alcuna istruzione che impedisca ai motori di ricerca di accedere a determinate cartelle o sezioni del sito, e verifica che non vi siano singole pagine in cui è presente il Tag Noindex, che di fatto indica ai motori di ricerca di ignorare quella pagina.
Per individuare l’eventuale presenza del TagNoindex in una pagina puoi premere Ctrl+U per avere accesso al codice di quella pagina, poi Ctrl+F per aprire il campo di ricerca ed infine digitare “noindex” all’interno del campo per verificare l’eventuale presenza di questo tag.
Verifica che il tuo contenuto sia stato indicizzato dai motori di ricerca
Assicurarsi che il tuo contenuto sia stato indicizzato dai motori di ricerca è il primo passo per poter iniziare a lavorare sul posizionamento.
Quel che puoi fare per verificare che Google si sia “accorto” che hai pubblicato un nuovo contenuto, e quindi (come si dice in gergo) che lo abbia indicizzato, è di fare copia e incolla dell’url nel
campo di ricerca di Google.
Se a seguito di tale operazione la pagina viene mostrata sui risultati di ricerca, l’indicizzazione è già avvenuta (e ora puoi lavorare sul posizionamento), altrimenti devi attendere ancora qualche giorno (possono volerci anche 10 giorni o più prima che lo spider di Google passi dal tuo sito e “scopra” il nuovo contenuto).
Se oltre tale limite di tempo il contenuto non viene ancora indicizzato, è possibile vi sia qualche impedimento tecnico che va individuato a seguito di una attenta analisi.
Verifica che la pagina carichi correttamente su tutti i browser
Prima di pubblicare un nuovo contenuto, fai bene ad accertarti che questo carichi correttamente con i più diffusi browser. Non tutti usano Chrome infatti, ma una buona fetta di utenza è ancora legata a Internet Explorer o preferisce direttamente usare Firefox o Safari.
Il problema con i browser è che ciascuno di essi interpreta il codice di una pagina in maniera leggermente differente, e ciò può portare a variazioni (a volte minime) nel modo in cui una pagina viene mostrata da un browser all’altro.
Nei casi peggiori è possibile che ciò che viene visualizzato correttamente su un browser sia completamente sfalsato su un altro, per cui è bene fare sempre questo tipo di controllo prima di pubblicare.
Immagini
Sfrutta e ottimizza correttamente le immagini
Le immagini che inserisci all’interno dei tuoi contenuti possono aiutare gli utenti a capire meglio ciò di cui stai parlando, ma sfortunatamente Google non è ancora in grado di comprendere del tutto cosa raffiguri una singola immagine (sebbene stia facendo passi da gigante in merito).
Ad ogni modo, proprio al fine di capire cosa sia rappresentato in una immagine, Google va a leggere il nome del file ed il testo alternativo o “Alt Text”.
Ricorda dunque di valorizzare almeno una tra le immagini di uno specifico contenuto con la key per la quale vuoi posizionarlo, inserendola sia nel nome del file che nel testo alternativo, come nell’esempio che segue.

Ottimizza le tue immagini con un Alt Text che sia descrittivo
La maggior parte dei siti web non correttamente ottimizzati presentano immagini in cui l’Alt Text non è stato valorizzato con la key per la quale si desidera posizionarsi. Lo scopo di tale testo è
quello di offrire ugualmente agli utenti la possibilità di comprendere cosa raffiguri l’immagine quando il browser (per qualsiasi motivo) non riesce a caricarla e mostrarla.
Per questo motivo Google tiene in grande considerazione ciò che scrivi nell’Alt Text, così da riuscire a comprendere cosa raffiguri l’immagine, e dunque devi valorizzare questo campo con del
testo che sia veramente descrittivo della foto e pertinente, e che possibilmente includa almeno in una o due immagini la key per la quale vuoi posizionarti, inserendola in maniera naturale
e non forzata.
Considera infine che l’Alt Text è importante anche affinchè le tue immagini si posizionino bene su Google Immagini, motivo in più per valorizzare al meglio questo parametro.
Aggiungi almeno un paio di immagini
Rendi il tuo contenuto più interessante per i lettori e per i motori di ricerca inserendo almeno un paio di immagini. Evita di pubblicare lunghi contenuti con una sola immagine, ma come riferimento considera di inserire non meno di 5 o 6 immagini per un contenuto da 1000 parole, o comunque tutte quelle che ritieni necessarie per migliorare e facilitare la lettura e la comprensione del testo.
Inserisci la keyword primaria nel nome del file
I motori di ricerca tengono in considerazione il nome del file di una immagine per cercare di comprendere cosa questa raffiguri.
Assicurati per questo di rinominare almeno una o due immagini del tuo contenuto facendo in modo che contengano la key per la quale vuoi posizionarti. Esempio:
seo-on-page-guida-aggiornata.jpg
CMG00001.jpg
Importante: non fare questo per tutte le immagini che carichi, sarebbe una pericolosa sovra ottimizzazione!
Controlla la dimensione delle immagini
Assicurati che le dimensioni delle immagini che carichi abbiano le esatte dimensioni della struttura della pagina web.
Infatti, quando carichi immagini di dimensioni superiori a quelle di effettiva visualizzazione, WordPress le adatta in maniera automatica, ma questo comporta un maggior numero di richieste dal browser al server e un rallentamento nel caricamento della pagina.
Per evitare questo, carica le immagini in WordPress solo dopo averle ridimensionate, assicurandoti che queste abbiano dunque già l’effettiva dimensione di visualizzazione, in base al tema e al layout che stai utilizzando.
Se non sai qual è l’effettiva dimensione di visualizzazione delle immagini del tema che utilizzi, puoi posizionarti con il mouse su una foto già pubblicata e cliccare “Ispeziona” con il tasto destro.
Nella stringa di codice evidenziata potrai leggere quelle che sono le dimensioni dell’immagine che hai caricato tu e quelle massime di visualizzazione.
Per ridimensionare le immagini prima di caricarle puoi utilizzare un tool online gratuito come PicResizer.
Ottimizza il peso delle immagini
Quando pubblichi una o più immagini all’interno di un contenuto, devi sempre tenere conto del loro peso e di come questo influisce sulla velocità di navigazione, soprattutto per quegli utenti che accedono alla rete da dispositivi mobile e che navigano più lentamente rispetto chi usa ad esempio la fibra.
Non c’è una dimensione limite per ogni immagine entro la quale mantenersi, ma considera che se in un post pubblichi 5 immagini che pesano 800kb ciascuna avrai una pagina che pesa già 4MB per le sole immagini.
Il mio consiglio in questo caso è di fare in modo che ogni singola foto non pesi più di 100kb/150kb, orientativamente.
Se desideri pubblicare delle immagini che al momento pesano di più, puoi usare uno strumento come Optimizilla per ridurne il peso, funziona anche con più immagini contemporaneamente.
Adopera solo immagini originali
I motori di ricerca, Google su tutti, premiano i siti che producono contenuti ma anche immagini originali e non copiate dal web.
Per questo devi sforzarti di utilizzare immagini inedite e originali anziché prendere immagini già presenti sul web ed inserirle nel tuo contenuto.
Puoi scattare tu stesso/a le foto che ti servono o rivolgerti ad un professionista, oppure creare autonomamente le immagini di cui hai bisogno utilizzando software quali Canva.
Questo sforzo supplementare sarà ricompensato dai motori di ricerca ma anche dagli utenti, i quali avranno una migliore percezione di qualità legata al tuo brand.
Stai usando il formato giusto per le immagini?
Decidere quale formato usare per le immagini tra PNG, JPEG o GIF ha un impatto sulle prestazioni del tuo sito e quindi sulla velocità di caricamento.
PNG è il formato con risoluzione la più alta delle tre. Ciò significa che mediamente le immagini nel formato PNG sono più pesanti ed impiegano più tempo a caricarsi del tutto.
Le GIF utilizzano invece una paletta di soli 256 colori e possono essere animate, ma dato che adoperano meno colori si tratta di un formato effettivamente più leggero ma da utilizzare solo per immagini con pochi colori.
Opta dunque per il formato JPEG, è il più comune ed in grado di assicurare un ottimo rapporto tra qualità dell’immagine e peso.
Video
Aggiungi un video
Aggiungere un video al contenuto che stai per pubblicare è un qualcosa di molto positivo per più di un motivo.
In questa maniera farai infatti contenta quella fetta di utenza che preferisce i contenuti video a quelli testuali e renderai il contenuto stesso più ricco, ma non solo.
Aggiungere un video fa inoltre in modo tale da tenere l’utente incollato a quella pagina per un tempo ancora maggiore, facendo così aumentare i tempi di permanenza sulla
pagina (in inglese “Dwell Time”) che Google tiene in grande considerazione ai fini del ranking.
Questo è sicuramente il vantaggio principale dell’inserire un video nei contenuti che pubblichi, ovvero un indiretto miglioramento della SEO del tuo sito. Ricorda soltanto di non caricare il
video direttamente sul tuo spazio web per evitare di rallentare il caricamento della pagina, ma integralo da piattaforma esterna (ad esempio Youtube o Vimeo).
Inserisci correttamente i video nella pagina
Come abbiamo detto, inserire un video è un ottima soluzione per aumentare i tempi di permanenza sulla pagina.
Decidere dove caricare il video è altrettanto fondamentale: il consiglio è quello di non caricare mai un video direttamente sul tuo sito, in quanto distruggeresti la User Experience per colpa del peso eccessivo della pagina e dunque della navigazione a rilento.
Meglio caricare il video su piattaforma esterna ed integrarlo (o “embeddarlo” come si dice in gergo) nel tuo contenuto.
Ragionando in termini SEO, la soluzione migliore è quella di caricare il video su YouTube ed integrarlo successivamente nel tuo contenuto, il che ha un duplice vantaggio.
Da un lato ti consente di mostrare il video nella tua pagina senza alcun rallentamento dovuto al peso, dato che in realtà il video è caricato sulla piattaforma di YouTube e non sul tuo sito, d’altra parte ti consente di posizionare anche il video sui risultati di ricerca di Google e di riflesso dare maggiore visibilità al tuo contenuto.
Da quando Google ha acquistato Youtube infatti (2006), i video caricati sulla piattaforma vengono mostrati in SERP se ritenuti idonei a soddisfare l’intento di ricerca degli utenti.
Ecco di seguito le istruzioni ufficiali di Google per incorporare un video di Youtube nel tuo sito:

- Su un computer, vai alla playlist o al video di YouTube che vuoi incorporare.
- Fai clic su CONDIVIDI.
- Nell’elenco delle opzioni di condivisione, fai clic su Incorpora.
- Copia il codice HTML dalla casella che appare.
- Incolla il codice copiato nel codice HTML del tuo sito web.
Link
Inserisci link a risorse esterne autorevoli
Assicurati di inserire in ogni contenuto almeno un paio di link verso siti esterni autorevoli, preferibilmente dello stesso macro argomento o della tua stessa nicchia.
Non inserire dei link esterni tanto per farlo, ma assicurati di linkare delle pagine web che possano realmente essere utili a chi legge per approfondire l’argomento.
Ovviamente sono da considerarsi collegamenti utili allo scopo anche i siti che, anche se generalisti e non perfettamente a tema con il tuo, sono comunque particolarmente autorevoli.
Per inserire un link verso un sito esterno è sufficiente selezionare con il mouse la parola che vorrai far diventare cliccabile (detta “anchor text”), selezionare il pulsante relativo al collegamento
ipertestuale (come evidenziato nell’immagine che segue) ed inserire nell’apposito campo l’URL di destinazione, cioè quello in cui l’utente sarà reindirizzato dopo aver fatto clic.

Sfrutta la linking interna
Ogni qualvolta pubblichi un nuovo articolo, è bene inserire almeno un paio di link che puntano ad altre pagine del tuo sito.
Ciò consentirà ai motori di ricerca di scansionare meglio e più velocemente l’intero sito, e ti aiuterà a “spingere” le keyword che avrai deciso di utilizzare come anchor text.
Anche per la creazione di un link interno vale la stessa cosa dell’esempio precedente, con la differenza che in questo caso andremo ad inserire un URL di un’altra pagina del nostro sito e non più l’URL di una pagina di un sito esterno.
Aggiungi link interni utilizzando anchor text “manipolative”
Gli anchor text dei link, siano essi quelli interni (che collegano due pagine di uno stesso sito) che quelli esterni (che collegano una pagina di un sito alla pagina di un altro sito) aiutano i motori di ricerca a comprendere quale sia il contenuto della pagina cui riportano.
Il consiglio in questo caso è quello di inserire dei link nelle altre pagine del tuo sito, che abbiano come anchor text la key per la quale vuoi posizionare la pagina che riceve quel link.
Imposta “Apri in una nuova scheda” per i link in uscita
Imposta sempre “Apri in una nuova scheda” quando crei un link in uscita (dunque un link che dal tuo sito porta ad un altro), per evitare che gli utenti possano abbandonare del tutto il
tuo sito durante la navigazione.
Se imposti l’apertura in una nuova scheda di ogni link in uscita (vedi immagine che segue), il tuo sito rimarrà aperto su una scheda del browser dell’utente anche se questi visualizzerà
momentaneamente un altro sito.
In questa maniera, dopo aver letto il contenuto nella pagina esterna, l’utente potrà sempre ritornare alla navigazione all’interno del tuo sito.
Qualifica sempre i tuoi link in uscita
Secondo le linee guida di Google, e ti consiglio di seguire queste direttive alla lettera per evitare penalizzazioni, per alcuni link in uscita presenti nel tuo contenuto devi dichiarare che relazione c’è con il sito che li riceve.
Vediamo adesso di seguito quali sono i tag a tua disposizione e come utilizzarli:
rel=”nofollow”
rel=”ugc”
rel=”sponsored”
Rel=”nofollow” va utilizzato quando hai deciso di linkare un sito del quale non sei sicuro sia veramente autorevole o per il quale comunque vuoi che Google non associ il tuo sito alla pagina
collegata.
Esempio: <a href=https://www. sito.it rel=”nofollow”> sito.it </a>
Rel=”sponsored” va utilizzato nel caso di link che hanno uno scopo pubblicitario o link a pagamento.
Esempio: <a href=https://www. sito.it rel=”sponsored”> sito.it </a>
Rel=”ugc” serve invece a contrassegnare quei contenuti generati dagli utenti come ad esempio i commenti e post nei forum.
Esempio: <a href=https://www.sito.it rel=”ugc”>sito.it </a>
Verifica la presenza di link “rotti”
I link “rotti”, ovvero collegamenti che non funzionano (siano essi link a siti esterni o collegamenti interni ad altre pagine del tuo sito) influiscono negativamente sulla User Experience (pensa ad un utente che clicca su un link presente sul tuo sito aspettandosi di trovare un contenuto interessante al suo interno e che invece si ritrova davanti un errore 404 “pagina non trovata“).
Per questo, prima di pubblicare un contenuto va fatto un apposito controllo per scongiurare la presenza di un collegamento non funzionante.
Prima di pubblicare un nuovo contenuto quindi, prova a cliccare ogni singolo link per verificare che funzionino tutti correttamente.
Per i contenuti che sono già online, puoi fare un check con un software come “Screaming Frog” oppure usare una estensione per Chrome come “Broken Link Checker”.
Tu come fai SEO on-page?
Queste sono le mie considerazioni sul come fare SEO on-page, accorgimenti che apporto su tutte le pagine dei miei siti nonchè quelli dei miei clienti.
Adesso mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu ed in che modo fai l’ottimizzazione on-page quando pubblichi un nuovo contenuto.
Inoltre hai suggerimenti? Ho dimenticato qualcosa? Fammi sapere tutto nei commenti!
Volendo aprire un mio Blog sto leggendo in questi giorni diversi siti/Blog sulla SEO e le Keyword.
Devo ammettere che questo e’ uno degli articoli piu completi e chiaro che abbia letto fino ad oggi. Complimenti!! 🙂
Vorrei approfittare per chiedere un consiglio:
Io sto pensando di creare un Blog sulla difesa personale ed il fitness.
Lo scopo e’ promuovere me stesso ed i miei corsi e successivamente affiliarmi ad Amazon
Vivendo in Germania vorrei puntare sulla clientela locale (expat in particolare dato che non parlo tedesco) ma anche sull’Italia.
Penserei quindi di scriverlo in due lingue (Inglese e Italiano), cosa gestibile con un plug in mi domandavo però se consigli di partire subito con la doppia lingua e se sai se per la Germania devo utilizzare tool diversi/specifici.
Grazie
Ciao Marco,
grazie per i complimenti 🙂
Non so quale sia fino ad oggi la tua esperienza con il blogging, partire sin da subito con due lingue potrebbe essere non semplice. Questo sia dal punto di vista della gestione della SEO multilingua che del tempo da dedicare ad una accurata traduzione dei contenuti.
Ti suggerirei per questo di partire con una lingua intanto, per poi cominciare a tradurre i contenuti quando arriveranno i primi backlink ed il sito comincerà a diventare più autorevole agli occhi dei motori di ricerca.
In bocca al lupo per il tuo nuovo progetto!
Dario
Grazie Dario
Non ho esperienza, sarà il mio primo blog
Nel mio caso puntando sul mercato internazionale locale dovrei quindi partire con l’inglese e poi mi consigli di estendere all’Italiano in un secondo momento.
Posso chiederti cosa ne pensi di WPML?
Grazie
WPML è uno strumento fantastico ma anche complesso da gestire se è la tua prima esperienza, oltre ad avere un costo da considerare.
Ti consiglierei in questo caso di prova prima Polylang per capire cosa è un plugin per creare un sito multilingua. Tra l’altro Polylang inserisce per te il tag hreflang, il che è importantissimo per la SEO.
Dario
Grazie molto gentile
Sconsigli comunque di creare un sito separato per ogni lingua (WordPress multisite)?
Ciao Marco!
Nel tuo caso si, lo sconsiglio. Se devi gestire un solo sito (anche se multilingua) il multisite non ti serve.
Ti servirebbe nel caso in cui tu decidessi di creare più siti autonomi tra loro, magari con temi/risorse/amministratori differenti.
Dario
GRAZIE, grazie, grazie
Non mi resta che iniziare a mettermi al lavoro
😉